in Costa Rica si prova a rendere etico il settore agro alimentare | Prodotti tipici dai Caraibi
25.04.2012 Costa Rica

La piantagione della Ciquita si estende a perdita d’occhio e qui comanda Diana, laureata in agronomia, comanda quasi i quattrocento braccianti della finca mentre impugna un machete dalla lama scintillante...e così prima che verde la rivoluzione del Costa Rica è rosa...Diana Segura appena uscita dall’università di San José è investita del ruolo di dirigere una delle più vaste "fincas" di proprietà degli americani di Chiquita..."Quello che si sta realizzando – spiega l’italiano Damiano Borgonovo, che nel Paese centroamericano rappresenta l’agenzia Onu per lo sviluppo – è un modello che tenga conto dell’impatto sociale, ambientale ed economico delle fincas e anche se spesso e sempre c'è chi invita a diffidare delle grandi multinazionali, osserva Borgonovo..."...nel caso di Chiquita possiamo dire che la grande compagnia si adatta più rapidamente ed efficacemente agli standard che noi richiediamo, di quanto non facciano i piccoli produttori...dal salario alle condizioni di lavoro, perché dopo gli scandali degli anni scorsi la compagnia la grande azienda ha tutto l’interesse a far sapere che la storia è cambiata e che il consumatore, in Europa come negli Usa, non deve più sentirsi complice dello sfruttamento e degli abusi contestati in passato, mentre invece inizia il momento in cui l'ecosostenibile diventa imprescindibile anche dall'etnosostenibile, l'interesse della grande azienda sposa anche l'interesse delle piccole comunità...Ad aiutare questi progetti etici a svilupparsi nel mondo latino americano è arrivata una ong "Rainforest Alliance", un’organizzazione internazionale indipendente che certifica, secondo parametri poco elastici, il rispetto dei diritti dei lavoratori, la tutela della biodiversità, l’utilizzo esclusivo di pesticidi "tollerabili", vietando l’uso del velenoso Paraquat, che non di di rado provocava insufficienza respiratoria acuta. Lucy Cordero e Yessenia Soto guidano lo staff di certificatori di Rainforest..."Siamo sulla buona strada...spiegano...al momento nessuno riesce a fare di meglio. La totalità delle fincas appartnenti alla compagnia ha ottenuto la certificazione. Sta diminuendo l’erosione del terreno, migliora lo stato dei fiumi, migliora la qualità della vita dei braccianti e diminuiscono gli infortuni."
Anche l'aspetto economico ha assunto una rilevanza importante nel progetto di sensibilizzazione e sostenibilità delle popolazioni locali...la paga, che per i dipendenti del marchio americano supera mediamente del 20% il minimo salariale, consente di vivere in comode casette squadrate. Circondate dal verde, oltre all’elettricità, all’acqua corrente e all’antenna parabolica, non possono mancare un paio di poltrone a dondolo all’ombra di felci giganti. Lo stipendio base stabilito dal governo di San José è di 410 dollari mensili, Chiquita ne paga dai 628 (475 euro) per i braccianti ai 1.500 euro dei dirigenti locali. Altro progetto importante, avviatosi nel febbraio 2010, sostenuto dalla multinazionale Americana e daLaura Chinchilla che è diventata il primo presidente donna del Costa Rica, è quello che ha fatto si che un'attivista come Carmen abbia potuto, trasfomando un ingombrante container in un vero e proprio laboratorio per la produzione di snack a base di ananas e banane messe ad essiccare, insieme ad un’altra dozzina di donne di Sarapiqui, in una piccola azienda produttrice di prodotti tipici della zona pronti all'esportazione verso un mondo ricco e curioso di prodotti naturali, tipici ed alternativi...trova informazioni sui prodotti tipici dei Caraibi oppure locali e ristoranti Caraibici o latino Americani nella tua città su www.sognoicaraibi.com


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