Pirati dei Caraibi...le origini dai Bucanieri della Isla Tortuga a Port Royal | Vivere i Caraibi - Racconti, Miti e Leggende
01.02.2012 Caraibi

Isla Tortuga...Il covo dei Bucanieri fu per molto tempo situato in un'isola adattissima allo scopo, poiché aveva un'unica via d'accesso e tutt'intorno si elevavano coste altissime e ripide completamente inaccessibili.  Gli scopritori dell'isola l'avevano paragonata al dorso di una enorme tartaruga e,  per questo, l'avevano chiamata appunto Tortuga. Da Tortuga, ed in seguito da altri posti sulle coste della Giamaica, partirono le spedizioni dei più grandi e crudeli Pirati dell'epoca: Bartolomeo Portoghese ,Francesco Nau detto l'Olonese, Rock il Brasiliano ed Henry Morgan , detto il re dei Bucanieri, autore di gesta mirabolanti che ancor oggi suscitano stupore e sgomento. Queste canaglie che amavano chiamarsi Fratelli della Costa, per più di mezzo secolo portarono il terrore nelle colonie spagnole dell'America Centrale, del Messico e delle coste settentrionali dell'America del Sud...Nel lontano 1666 i marinai dei Caraibi parlavano dell'Isola della Tortuga...un'isola unica nel suo genere, vicina alle rive nordoccidentali della grande isola Hispaniola colonizzata e governata da Cristoforo Colombo...

"praticamente è territorio francese." Spiegava un veterano dalla barba grigia che vi era stato per molto tempo..."In teoria appartiene alla Spagna che di tanto in tanto ha tentato di riconquistarla, ma è stata battuta dai francesi i quali, a dire il vero, sono pirati, anche se si definiscono bucanieri: bucaneer, così gli inglesi pronunciano la parola, che in francese suona bucanier. Sono stato con loro alla Tortuga per quattro anni, sono uomini feroci, più feroci di chiunque altro viva qui a Barbados. Campano di due cose: assalendo tutte le navi spagnole, uccidendo le ciurme e impadronendosi di tutto quanto trovano a bordo, e battendo le foreste di Hispaniola per uccidervi maiali selvatici. Ne riportano la carne alla Tortuga, la tagliano a strisce, la passano nel sale e nelle spezie e la arrostiscono lentissimamente su un fuoco basso, credo per quattro giorni. La chiamano boucan e da questo nome deriva il termine boucanier. Vendono carne, guadagnandoci un bel pò, a corsari olandesi e inglesi che battono queste acque assaltando gli spagnoli."...Così Will volle sapere come si faceva ad unirsi ai Bucanieri e il vecchio con la barba grigia gli rispose: "Non hai che da andarci. Ruba una nave, quella che vuoi, fà vela per Hispaniola, evita gli spagnoli sul lato sud dell'isola e costeggia in direzione nordovest. Così arriverai alla Tortuga. Non hai bisogno di documenti per unirti a loro. Ci vanno francesi, indiani dell'Honduras, olandesi che hanno combattuto con i loro capitani e poi magari li hanno ammazzati e si sono impadroniti delle navi, inglesi e qualcuno delle colonie americane..."...l'uomo avrebbe contiunuato ancora ma Will ormai ne sapeva abbastanza e quella notte ne parlò con Angus Mc Fee e stabilirono che in qualche modo avrebbero raggiunto l'isola dei Bucanieri...C'erano oltre 1000 miglia da Barbados alla Tortuga e gli aspiranti Bucanieri scelsero la rotta che parve loro più adatta a evitare contatti con altre navi: passando per il canale di San Vincenzo per entrare nel Mar dei Caraibi vero e proprio, quindi per il canale di Mona fra Portorico e Hispaniola, e poi lungo la costa settentrionale di quest'ultima per entrare nell'angusto canale che la separava dalla Tortuga...Quando scesero a riva, ebbero però uno strano spettacolo: quel centro di importanza vitale dei Caraibi non era una città ma un accumulo disordinato di case, ciascuna delle quali espressione del ricordo che il proprietario aveva del proprio paese d'origine; un celebre pirata olandese si era servito delle sue enormi ricchezze per erigere una replica della casa in cui era vissuto da bambino nei Paesi Bassi, compreso un mulino a vento; un inglese destinato in seguito a finire sulla forca a Tyburn si era costruito un cottage simile a quelli di Devon, con un giardino recintato e un'aiuola fiorita; uno spagnolo possedeva una casa decorata con piastrelle; i francesi, che costituivano la maggioranze degli abitanti, avevano costruito minuscoli chalet e ville di campagna che per numero predominavano tra le altre costruzioni. Tuttavia, molte dimore erano semplici baracche oppure tende e ricoveri di tela addossati agli alberi; c'erano piccoli mercati ma neppure un negozio degno di tal nome. Siccome l'agiatezza di un pirata dipendeva dalle prede che catturava in mare e moltissimi avevano trascorso mesi e addirittura anni senza riuscire a predare alcunchè, la Tortuga era tutt'altro che un luogo confortevole. Ogni dimora possedeva però un focolare all'aperto sul quale erano collocati spiedi destinati al lento affumicamento del boucan, e almeno un cane, ma più spesso due e tre. Erano queste le caratteristiche dell'isola che gli uomini di Barbados trovarono pullulante di fuorilegge: questi avevano finito per ammettere, sia pure assai a malincuore, che sarebbero vissuti meglio se si fossero assoggettati a una forma per quanto rozza di governo e si erano decisi a eleggere un governatore o qualcosa di simile, che in quei giorni era un francese. La Tortuga, isola a forma di Tartaruga, da lì il suo nome, era un luogo eccitante e ricco di promesse..."

   

      Lettura consigliata: "CARAIBI" di James A. Michener

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